36ᵒPasso: CONSAPEVOLEZZA
La fede, carissimi, non è un’idea, ma è un fatto che accade; è dove Dio agisce nel nostro piccolo mondo personale familiare, lavorativo, ludico, religioso. La fede è scommessa per l’oggi e per il domani, perché è entrare in Dio e sentire la sua presenza; è accoglierLo e sentire il calore ed il profumo dell’Amore! Chi ha la consapevolezza di essere in Dio ha la certezza di essere amato e dona amore. Un amore che in sé è morte e vita. Amare è morire. Se vogliamo amare dobbiamo morire a noi stessi. Morire è una esigenza assoluta e immanente dell’amore. Don Tonino Bello ha detto: “Ama, voce del verbo morire, significa decentrarsi, uscire da sé”. L’amore uccide l’egoismo innato in noi e ci porta “verso”, nel cuore dell’altro. Non si può vivere l’amore senza morire. Chi ama esce da se stesso e questo non sempre è una piacevole estasi. Quasi sempre richiede di fare un esodo da sé. Solo morendo a se stessi si diventa come il seme che si affida al freddo e al buio della terra, per morire solo. Accettando questa “sepoltura” il seme può “risorgere” e dare frutto. Solo morendo a se stessi si può sperare di dare frutto.
- Individuo i punti di criticità nel mio amore al Signore. Li accolgo e li offro al Signore per consentirgli di entrarci con la sua grazia.
Invoco il Signore…
“Il nostro aiuto è nel nome del Signore che ha fatto cielo e terra”(Sal 124,8).